lunedì 15 ottobre 2007

Don Gallo: «Verrò in piazza per incontrare la vera politica»

Intervista a Don Gallo di Gemma Contin. Ci saranno coloro che vivono il precariato, quelli coinvolti dal tema della guerra e soprattutto tutti quelli che vogliono riconquistare una grande partecipazione popolare, Don Andrea Gallo è un prete "disobbediente". Animatore della Comunità di San Benedetto al Porto, per la curia genovese è un comunista. Ha aderito alla manifestazione del 20 ottobre.Don Gallo, se dovesse indicare ai giovani, ai militanti, alla gente comune, tre buone ragioni per scendere in piazza il 20 ottobre, cosa direbbe?
Di fronte a una crisi così grave ed evidente della democrazia partecipativa e rappresentativa, scendere in piazza è praticamente un dovere. Io abbraccio tutti coloro che hanno avuto l'idea di convocare un'assemblea di questo tipo. Direi che è un incontro a cui i movimenti devono partecipare. I movimenti sono colpiti dalla crisi dei poteri, crisi dei sindacati, dei partiti. I movimenti che sono vivi devono essere i primi a dire "incontriamoci". Questa è la prima motivazione. La seconda ragione? Perché non c'è nessun tentativo di egemonia da parte delle segreterie dei partiti. Direi che sui grandi temi nessuno deve sentirsi usato e nessuno può tirarsi da parte. Direi invece a tutti che finalmente possiamo dirci non una sinistra radicale, che qualcuno usa per dividerci, ma una sinistra popolare, che è un termine che unisce. Io aderisco con tutto il mio cuore come cittadino, come ex partigiano, perché non è vero che c'è una grande confusione della politica. Da buon marinaio, e io sono stato anche marinaio, posso dire che invece la bussola c'è, e la bussola sono i principi costituzionali: i primi dodici articoli della Costituzione. Una parola convincente a chi ha detto che non verrà?
Mi addolora sapere che le amiche e gli amici, le compagne e i compagni della NoTav rinunciano alla partecipazione. Io gli vorrei dire: ma come? noi siano venuti in Val Susa! Non è che siamo di fronte a una sinistra che sostiene il governo ma che gli manifesta contro o che vuol mettere delle pezze. No, qui è un incontro a 360 gradi: è la vera politica. Ci guardiamo in faccia, negli occhi, si ricostruisce una grande rete popolare dove non c'è nessuna egemonia, dove finalmente c'è la premessa fondamentale che il confronto è il bene comune. Secondo lei invece chi ci sarà?
Tutti coloro che vivono il precariato, tutti quelli che hanno il problema del lavoro, tutti quelli coinvolti dal grande tema della guerra, tutti quelli che temono le privatizzazioni selvagge, altra grande questione che viene avanti, e le microliberalizzazioni che non servono. E soprattutto tutti quelli che sentono il bisogno di riconquistare una grande partecipazione popolare mentre si parla di riforma elettorale. Si tratta quindi proprio di una partecipazione larga, sentita, di tutti quelli che verranno in piazza, ciascuno ad esporre le proprie motivazioni. Per questo mi fanno soffrire e non capisco gli amici e i compagni della No Tav. Che appello gli rivolgerebbe?
Vorrei che lei scrivesse, proprio per i miei amici che ho sempre sostenuto e per tutti i dirigenti No Tav che conosco personalmente, che mancando il No Tav è come se ci dicessero "voi che siete venuti in Val Sua, non ci fidiamo di voi". Ci sarà il No Mose, il No Dal Molin. Ci sarà il No di tutta Europa, ancora una volta con la possibilità di riscoprire la partecipazione democratica. Un'ultima ragione per esserci?
Vorrei dire a tutti che non c'è pericolo, visto come è stata convocata dal direttore di Liberazione , dal manifesto , da Gigi Sullo e gli altri. Non c'è sotto nessun trucco. Non c'è, come dicono a Genova a chi crede di fare il furbo e di ingannare, chi ha "la volpe sotto l'ascella". E' un appuntamento troppo importante per dire innanzitutto la delusione, la rabbia di migliaia di persone. Ma noi non vogliamo disperderci e lanciare una mera protesta. Noi vogliamo portare avanti un no totale, e questa è la motivazione principale, culturale, politico, morale, a quello che è il neoliberismo non soltanto europeo ma mondiale. Questo può essere veramente l'inizio, l'incontro di tutti i movimenti, per creare la vera alternativa, sia per quella che sarà una prossima elezione, sia per quello che sarà il rinnovamento dei partiti. E in questa alternativa noi diremo che ci siamo, che vogliamo riprendere tutti i valori che in tutti questi anni sono stati sviliti. Perché c'è il virus perenne del fascismo in libera uscita da anni. Dunque chi è di sinistra, chi è un cittadino democratico, il 20 ottobre deve essere a Roma. Sarà rispettato, nessuna egemonia, però la rete deve costruirsi.

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